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lo scorso 19 Maggio è stata data la notizia della diffusione del Monkeypox Virus o Vaiolo delle Scimmie. L’infezione sembra trasmettersi da uomo a uomo attraverso droplets, contatto
con fluidi corporei o con le lesioni cutanee.
Il Monkeypox virus è un virus a DNA a doppio filamento appartenente alla famiglia Poxviridae del genere Orthopoxvirus. Questo è endemico in Africa centrale e occidentale dove sono regolarmente segnalati dei focolai. Nelle due zone dell’Africa nel tempo si sono divisi due cladi geneticamente diversi: il clade del bacino del Congo è storicamente associato a malattie più gravi, a maggiore trasmissibilità interumana e a una letalità più elevata.
La trasmissione da persona a persona avviene attraverso il contatto con materiale infetto presente nelle lesioni cutanee tipiche dell’infezione o nei fluidi corporei, o attraverso le secrezioni respiratorie durante il contatto diretto e prolungato. Inoltre, il MPXV può essere trasmesso tramite oggetti contaminati. Le lesioni presenti nella mucosa orale possono essere infettanti, il che significa che il virus può diffondersi anche attraverso la saliva. Nell’epidemia in corso, i dati finora disponibili suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi.
Una persona infetta rimane contagiosa per tutta la durata della malattia sintomatica, normalmente da 2 a 4 settimane.
Clinicamente la malattia è generalmente caratterizzata da una fase prodromica (0 e 5 giorni) i cui sintomi sono febbre, intensa cefalea, linfoadenopatia (gonfiore dei linfonodi), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). Secondariamente (1-3 giorni) compare l’eruzione cutanea tipicamente iniziando sul viso per poi diffondersi alle altre parti del corpo. L’eruzione cutanea evolve in sequenza da macule a papule, vescicole, pustole e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia.
Le complicanze del vaiolo delle scimmie possono includere infezioni batteriche secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista.
Il tasso di letalità del MPX variava storicamente dallo 0% all’11% nella popolazione generale delle aree endemiche ed è più alto tra i bambini piccoli. Il clade centroafricano presenta un tasso di letalità in Africa di circa l’11% nelle persone non vaccinate mentre il clade dell’Africa occidentale causa una malattia meno severa con un tasso di letalità inferiore al 4%.
Di fronte a un caso sospetto di vaiolo delle scimmie, è necessario raccogliere campioni biologici provenienti dalle lesioni cutanee e trasportarli in sicurezza, e in conformità con i requisiti nazionali e internazionali di sicurezza, in un laboratorio di riferimento. I campioni devono essere conservati in una provetta sterile e asciutta e mantenuti al freddo.
I test di amplificazione degli acidi nucleici, come la reazione a catena della polimerasi (PCR) è il test di laboratorio preferibile per la conferma della diagnosi, data la sua specificità e sensibilità.
Al fine di una corretta interpretazione del risultato del test è fondamentale la raccolta dei dati clinici e anamnestici.
Queste informazioni possono essere approfondite del sito dell’Istituto Superiore di Sanità.